La forza di Distretto

26 settembre 2000 - 26 settembre 2015: quindici anni fa iniziava Distretto di Polizia.
La serie che tanto amiamo, che tanto ci ha fatto entusiasmare, discutere, appassionare.
Undici stagioni e uno spin-off in corso, per un telefilm che ha lasciato un segno nella lunga serialità italiana.
Ma qual è la forza di Distretto di Polizia?

Sicuramente uno dei punti di forza dell'opera è nel riuscito mix di dramma e commedia.
Ma questo aspetto è dato sia dalla felice scelta dei protagonisti, sia dalla messa in scena di situazioni quotidiane.

Distretto ha un grande pregio: riesce a farci sembrare persone i suoi personaggi.
Certo, tutto parte da un processo creativo, che si chiama scrittura mimetica: ossia cucire sul personaggio inventato le particolarità (fisiche, linguistiche) dell'attore che lo interpreta.
Tutto qui?
No, ovviamente.

Distretto mostrava spesso e volentieri momenti casalinghi, normali, di tutti i giorni.
Questo ha contribuito a far esprimere al meglio gli attori e i loro personaggi, e ha contribuito altresì a creare una sorta di atmosfera tranquilla dove far muovere la working family del X Tuscolano.

E inoltre, tornando ai personaggi, rende questi ultimi quasi reali.
Mauro, o anche Roberto, Luca, Giulia, Anna... sono persone che non farebbe specie ritrovarsi nel bar sotto casa, o in un ufficio pubblico. Per non parlare di Vittoria, Giuseppe, Antonio, Ugo.
Sono personaggi che vanno quasi al di là del poliziotto che deve risolvere il caso in quei 40 minuti di episodio.

Ed è questo che speriamo possa avvenire anche con Squadra Mobile, che di Distretto è la naturale continuazione: scene domestiche, pranzi e cene, scherzi e battute.
Magari anche qualche cameo dal passato, che non penalizzi i nuovi telespettatori ma faccia felici i fan di vecchia data, che si ritroverebbero sullo schermo qualche volto che li appassionò. Come se la vita (all'interno di questo universo narrativo) stesse giustamente continuando.

L'impronta c'è, augurandoci che si prosegua ancora di più in questo senso, perché è forse l'unico modo per sentire davvero vicini i personaggi, vecchi e nuovi.
Altrimenti si finirebbe come in altre serie, dove più che personaggi, gli attori sembrano interpretare macchiette preimpostate che durano il tempo di una puntata, fino alla sigla finale.

Tanti auguri, Distretto
in bocca al lupo, Squadra Mobile!!

Moz-